30Apr

A causa dell’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19 e del conseguente obbligo di rimanere in casa tutte le nostre abitudini sono state completamente stravolte. La precedente quotidianità è ormai uno sbiadito ricordo: nel giro di pochissimo tempo ci è stato imposto un cambiamento che ha coinvolto tutti gli aspetti delle nostre vite. Fra questi è il lavoro ad aver subito, per molti, una metamorfosi radicale. Solo alcuni lavoratori hanno potuto continuare la loro attività garantendo la continuità di alcuni servizi essenziali nonostante le numerose complicazioni. Altri invece, a causa dell’arresto forzato di alcune attività, non hanno avuto la possibilità di proseguire il loro lavoro, mentre solo alcuni hanno adottato il cosiddetto smart working per condurre ugualmente la loro professione.

 

In realtà, ciò che si è verificato per molti non ha coinciso con un vero e proprio smart working, quanto piuttosto con una sorta di telelavoro improvvisato con i mezzi a disposizione in queste circostanze. Sebbene già in molti abbiano una certa confidenza con questa modalità di lavoro, in alcuni casi le limitazioni tecnologiche e l’inesperienza rappresentano un autentico ostacolo. Lo smart working prevede infatti una vera e propria riorganizzazione del lavoro, che va ponderata e soprattutto organizzata con precisione. Avere un computer connesso in rete non equivale a operare in modalità smart working. Alla disorganizzazione e ai limiti tecnologici si aggiunge, inoltre, un’altra complicazione ovvero la convivenza forzata con i componenti del proprio nucleo familiare. Portare avanti il lavoro dalla propria abitazione se è affollata non è affatto semplice.
La questione coinvolge in particolar modo le donne lavoratrici poiché spesso sulle loro spalle grava, oltre all’obbligo professionale, l’impegno del funzionamento dell’intero sistema familiare. In altre parole generalmente una donna non si occupa solo del proprio lavoro, ma anche dell’organizzazione familiare e dell’economia domestica (per esempio la preparazione dei pasti e la cura della casa), ricoprendo un ruolo di responsabilità nei confronti degli altri membri della famiglia. Riuscire a gestire contemporaneamente tutte queste incombenze non è semplice; al contrario occorre un impegno notevole.
Valore D (associazione che si impegna per l’equilibrio di genere in Italia) ha indagato sul mondo del lavoro in Italia in questo periodo di emergenza sanitaria. “L’indagine #IOLAVORODACASA condotta su oltre 1300 lavoratori conferma che in questo periodo le aziende sono ricorse ad un uso massiccio dello smart working (oltre il 93% degli intervistati sta infatti lavorando da casa). Emerge quindi che, in questo periodo, 1 donna su 3 lavora più di prima e non riesce, o fa fatica, a mantenere un equilibrio tra il lavoro e la vita domestica. Inoltre la ricerca conferma che la responsabilità della cura familiare continua a gravare in prevalenza sulle donne.”
Nonostante le difficoltà è possibile agevolare questa situazione, mettendo in atto qualche accorgimento. Innanzitutto c’è la necessità di compiere una riorganizzazione, proprio come se la famiglia fosse una piccola azienda. Per prima cosa è necessario predisporre uno spazio fisico all’interno della propria abitazione che sarà delegato esclusivamente alla postazione lavorativa. Allo stesso modo ci sarà bisogno di comunicare ai familiari che determinati orari della giornata saranno destinati al lavoro e quindi eventuali richieste non impellenti dovranno attendere. Avere uno spazio sia fisico che temporale ben delineato da dedicare al lavoro aiuta a migliorare l’equilibrio tra vita privata e lavorativa.
Si può rivelare conveniente instaurare una routine quotidiana: avere degli orari, seppur flessibili, da destinare al lavoro permette di dedicare altri momenti della giornata ai restanti impegni (per esempio la cura della casa, la preparazione dei pasti, ma anche il tempo da passare semplicemente in compagnia dei bambini e in generale dei propri familiari). In questo momento occorre inoltre considerare la possibilità di delegare ad altri alcune delle incombenze domestiche. Per esempio la chiusura delle scuole e la sospensione di molte attività, consente alle mamme di lasciare che siano i figli oppure i partner a occuparsi di alcune delle attività di gestione della casa. In questo modo aiuteranno a diminuire il carico di lavoro da svolgere attraverso un’occupazione temporanea.
Inoltre è importante affrontare la giornata lavorativa con entusiasmo, assicurandosi di avere un aspetto ordinato soprattutto nel caso in cui sia richiesta la presenza in videoconferenza. Allo stesso modo si rivela utile concedersi qualche piccola interruzione durante le ore destinate al lavoro: una pausa caffè o un breve cambio di attività faranno in modo che si torni alla postazione lavorativa con più energia.
Una volta riorganizzata la propria routine si può approfittare dei ritagli di tempo ottenuti per concedersi dei momenti in cui svolgere attività piacevoli che aiutino ad affrontare nel miglior modo possibile questo periodo. Si può scegliere di dedicare del tempo a un hobby, da praticare in autonomia o in compagnia, all’esercizio fisico o alle relazioni sociali. Tra le misure restrittive adoperate per fronteggiare l’emergenza sanitaria in atto, infatti, il distanziamento sociale è sicuramente la più rilevante. È quindi molto importante il mantenimento dei rapporti sociali anche se in forma digitale: è vitale concedersi di tanto in tanto un “caffè virtuale” con amici o colleghi. Gli appuntamenti in rete sostituiscono gli incontri dal vivo e diventano un’opportunità per allentare la tensione di queste giornate.
Non è possibile prevedere con certezza come si evolverà l’attuale emergenza sanitaria e quali saranno le conseguenze sulle nostre abitudini, ma possiamo cercare di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici e possiamo adattarci ai cambiamenti riorganizzando le nostre vite. 

Tutto ciò può essere riassunto in una sola parola: resilienza!