19Apr

SMART WORKING: STRATEGIE MANAGERIALI PER ACCRESCERE MOTIVAZIONE E PRODUTTIVITÀ

Il lavoro da remoto (detto anche lavoro agile oppure smart working quando permette al lavoratore la scelta di tempi e luoghi di lavoro) è una modalità di lavoro in cui il dipendente svolge la sua attività lavorativa dalla propria abitazione oppure da un altro luogo che non sia la sede di lavoro aziendale, attraverso strumenti informatici che ne permettono la dislocazione. Proprio come il lavoro presso la sede aziendale può essere sia full time che part time, sia da dipendente che free lance, poiché non rappresenta un tipo di contratto bensì una modalità di svolgimento della professione: ovviamente non tutti gli incarichi possono essere svolti in questa maniera, ma negli ultimi anni molte aziende hanno optato per questo tipo di scelta.

Questa forma di lavoro esiste già da molti anni e le motivazioni che portano a una preferenza del lavoro agile possono essere le più svariate, tuttavia nel 2020 molti lavoratori hanno dovuto ricorrere improvvisamente a questa modalità di lavoro, data la permanenza obbligatoria in casa e all’impossibilità di raggiungere l’abituale sede di lavoro a causa dell’emergenza coronavirus e delle misure restrittive relative ad essa. Non tutti i lavoratori sono quindi avvezzi a questa forma di impiego. Ciò può determinare non poche difficoltà che sono dovute soprattutto alla necessità di abituarsi nel minor tempo possibile a un nuovo modo di gestire il proprio lavoro. Lo stesso vale per i datori di lavoro e per i manager, i quali devono organizzare e gestire un team non fisicamente presente in azienda, cercando di mantenere gli stessi risultati in termini di produttività e motivazione dei propri dipendenti.

Nonostante le difficoltà insite in questa fase di passaggio e di adattamento alla nuova situazione lavorativa, il lavoro da remoto può portare numerosi vantaggi se gestito in maniera opportuna sia da parte dell’azienda che del singolo lavoratore. Innanzitutto esso comporta una sostanziale riduzione dei costi legati al mantenimento della sede lavorativa e allo spostamento del lavoratore, ma anche una maggior soddisfazione da parte del dipendente, il quale può gestire in autonomia i propri tempi di lavoro e raggiungere un miglior equilibrio lavoro/vita privata. Inoltre, non essendoci la necessità di recarsi fisicamente in un luogo specifico, si apre la strada a un mercato di lavoro globale. Il presupposto per realizzare questa impresa è, sicuramente, che gli impiegati siano in possesso degli strumenti adeguati per poter svolgere la propria professione senza la necessità di recarsi in un luogo specifico.

Benché i vantaggi offerti dal lavoro agile siano numerosi, è opportuno saper far fronte alle problematicità tipiche di questa condizione: la mancanza del contatto personale (soprattutto nel lavoratore che non è abituato allo smart working) può causare difficoltà comunicative e può indurre il lavoratore a non sentirsi parte del team; può provocare, inoltre, malintesi e imprecisioni determinando una conseguente riduzione della produttività e un rallentamento delle tempistiche. Più in generale c’è il rischio di una vera e propria inesperienza da parte del lavoratore nell’organizzazione in autonomia del proprio lavoro. Pertanto è giusto tenere sempre alta l’attenzione e non abbandonare mai il proprio staff: al contrario c’è bisogno di una presenza costante e sicura per tutti.
Come prima cosa, per la riuscita del lavoro da remoto bisogna assicurare una chiara definizione dei ruoli e delle responsabilità: ognuno dei lavoratori deve conoscere non solo il ruolo che ricopre all’interno dell’organizzazione aziendale, ma anche la funzione rivestita da ciascuno dei suoi colleghi, in modo tale che ciascuno sappia chi contattare nel caso riscontrasse delle difficoltà. Allo stesso modo andranno definiti ed esposti in maniera chiara anche i programmi e le scadenze, affinché tutti sappiano non solo quali sono gli obiettivi da raggiungere, ma anche i tempi e le modalità con cui saranno portati a termine. L’obiettivo è di far sentire ognuno come parte di un piano più grande al quale partecipa con la propria attività: un impegno comune in vista di un risultato chiaro e definito da raggiungere.
Non è sufficiente limitarsi a dare spiegazioni, ma bisogna essere certi che ciascuno comprenda tutte le informazioni: a tal fine è buona pratica chiedere costantemente dei feedback, così da verificare la comprensione delle comunicazioni. Lo staff va informato costantemente sui risultati raggiunti e sui nuovi obiettivi da perseguire, rendendo noti sia i successi che i fallimenti, nonché le nuove strategie da adottare.
Uno strumento importante al fine di creare la coesione all’interno del gruppo di lavoro sono gli incontri costanti con tutto il team attraverso riunioni ‘social’. Proprio come lo staff si riunisce periodicamente tramite le riunioni in azienda, così si possono programmare degli incontri collettivi da svolgere regolarmente online (ad esempio una volta a settimana), durante i quali discutere gli obiettivi da raggiungere e le modalità attraverso le quali farlo. In tal modo è offerta a tutti la possibilità di esprimere le proprie idee. Questi momenti di gruppo possono essere sfruttati anche per svolgere delle attività ricreative insieme al proprio team (per esempio dei giochi online o dei quiz a tema), sempre al fine di promuovere l’unità di gruppo, elemento difficile da mantenere in situazioni determinate dalla distanza fisica.
Oltre ai meeting si possono organizzare anche degli incontri singoli con ciascun impiegato, al fine di garantire un momento all’interno del quale esprimersi, chiarire eventuali dubbi o discutere individualmente delle difficoltà riscontrate. Ciò consente di supportare il singolo nello svolgimento del proprio lavoro nel modo migliore. Sicuramente uno dei vantaggi dello smart working è costituito dal fatto che il lavoratore è libero di organizzare il proprio lavoro come preferisce. Non tutti però sono capaci di organizzarsi in autonomia, soprattutto se non sono abituati a farlo: questi incontri a due sono l’occasione giusta per verificare che il lavoratore abbia le idee chiare e, se così non fosse, rappresentano il momento adeguato per guidarlo e sostenerlo nell’organizzazione del proprio operato.
Infine un argomento importante è il monitoraggio dei risultati, il quale non va affrontato con sufficienza per diverse ragioni: innanzitutto i risultati raggiunti dal singolo e dal gruppo possono rappresentare, se comunicati in maniera corretta, uno stimolo al miglioramento; inoltre si possono offrire ai lavoratori delle concrete opportunità di crescita. Il lavoro da remoto, infatti, non esclude che ci siano occasioni di avanzamento di carriera proprio come nel lavoro in azienda.
In conclusione il lavoro da remoto, sebbene sia una novità spiazzante e sconosciuta per alcuni, è una modalità di lavoro che esiste già da tempo e che, quando è ben organizzato, può condurre a ottimi risultati. Senz’altro esso richiede buone capacità di innovazione e di adattamento nel lavoratore, fortunatamente si tratta di qualità di cui chiunque può disporre in qualunque luogo di lavoro lo conduca la scelta o la necessità.

12Apr

LA CRISI ECONOMICA LEGATA ALLA CRISI SANITARIA COVID-19: COSA STA ACCADENDO E COSA ACCADRA’

Cosa sta accadendo alla nostra economia con la crisi sanitaria del Covid19? E dopo?
Queste domande hanno attraversato e attraversano la mente di tutti.
Recentemente due docenti della London Business School (Paolo Surico e Andrea Galeotti) hanno reso pubbliche alcune riflessioni su ciò che sta accadendo da un punto di vista sanitario ed economico in Europa e nei paesi extraeuropei.
Vogliamo qui riassumere almeno in una forma introduttiva le riflessioni proposte integrandole con altri dati di ricerca.

Le difficoltà economiche sono ovviamente legate alla diffusione del virus, come sua conseguenza indiretta, infatti all’aumentare della diffusione del contagio diminuisce la possibilità di mobilità delle persone e aumentano le attività che vengono chiuse per ragioni di sicurezza.
Diventa quindi prioritario premettere che la crisi economica segue quella sanitaria ed è molto probabile che potrà prolungarsi anche quando questa sarà terminata. In particolare le scelte fatte per arginare il problema sanitario, ad oggi, sono fortemente impattanti in quanto non è ancora disponibile un vaccino e neppure una cura che sia chiaramente efficace, rendendo quindi il contenimento dell’epidemia un effetto del solo distanziamento sociale e dell’isolamento dei focolai infetti.

Da qui è possibile partire per prefigurarsi uno scenario sulla base dei dati attualmente in possesso della comunità scientifica. Bisogna tenere conto infatti che i primi dati sono già disponibili a partire dalle rilevazioni avvenute in Cina e, a seguire, in tutto il mondo.
Si tratta di dati riconducibili alla fine del primo trimestre poiché la crisi globale è esplosa a cavallo tra il primo e il secondo trimestre di quest’anno. Le previsioni vengono proposte sui dati di Gennaio-Marzo in una prospettiva di prolungamento temporale al secondo trimestre. Questi elementi consentono di definire le conseguenze economiche della pandemia dovuta al Covid19 almeno nel breve periodo.

In particolare è possibile identificare tre livelli chiari di analisi in una cornice di domanda-offerta:
• i costi economici
• il ruolo dell’incertezza
• il ruolo della liquidità
In questo frangente mi occuperò solo del primo punto perché più direttamente legato alle conseguenze della crisi sanitaria sul mercato del lavoro. Gli altri punti verranno ripresi in altri articoli.

I costi economici
Sulla base dei dati attualmente disponibili è possibile avere un quadro abbastanza completo di ciò che sta già accadendo oggi utilizzando alcuni semplici indicatori. I dati che saranno esposti sono verificabili e disponibili su now-casting.com e tutte le istituzioni che fanno riferimento al metodo di ricerca fondato da Giannone e Reichlin.
Per quanto riguarda la crescita economica di Cina, Italia e area Euro si può notare che la crescita è già negativa sul finire di marzo, con una penalizzazione più evidente per l’Italia (-6%), così come mostrato in Figura1.
(Il dato cinese è già annualizzato mentre per Europa e Italia bisogna moltiplicare il dato per 4 come indicato nella Figura 1)

I dati rappresentano una stima giorno dopo giorno sulla base di dati macroeconomici ma anche di informazioni economiche che giungono da istituti privati o dichiarazioni e indicatori sociali. Questi dati sono confermati dall’andamento dei mercati azionari che, se considerati come termometro della fiducia verso il futuro, mostrano una flessione cumulativa a partire dall’inizio fino alla fine di Marzo andando dal -10% della Cina (SSEC) al -30% dell’Italia (FTSE).
I settori più in difficoltà sono quelli relativi alla ristorazione e ai viaggi, dove i primi hanno mostrato una flessione uniforme praticamente del 100% rispetto all’inizio del primo trimestre dell’anno in gran parte dei paesi del mondo e i viaggi una flessione differenziata che agli inizi di Marzo vedeva già una perdita di quasi il 100% dei voli da e per l’asia e del 14% da e per gli USA (fonte forwardkeys.com).

Sul piano dei consumi, in un’ottica più ampia, diverse ricerche hanno evidenziato che in fase di crisi o di preoccupazione sull’andamento economico di un paese, si manifesta una propensione delle famiglie con capacità di spesa a differire l’acquisto di beni durevoli e a cercare di investire in beni rifugio come l’oro, così come sta avvenendo nell’ultimo periodo (attualmente l’oro è poco sopra al 1600 $ per troy once che corrispondono a circa 48-€/gr).
Tale comportamento è dovuto alla previsione che la liquidità avrà una maggiore rilevanza rispetto ai beni anche perché si prevede una mancanza di occupazione e questa percezione non è errata. Secondo i dati del Us Bureau of Labor Statistics in America sono stati chiesti in poco più di un mese più di tre milioni di sussidi di disoccupazione a fronte di una richiesta media di seicentomila richieste.
Le stime attuali sul mercato del lavoro prevedono all’incirca 25 milioni di posti di lavoro persi nel mondo per l’anno in corso tanto che l’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) ha pubblicato una nota sulla stima preliminare, “COVID-19 e il mondo del lavoro: impatto e risposte”. In questa nota l’OIL richiede misure urgenti, coordinate e su larga scala, ancorate su tre fronti di azione: proteggere i lavoratori, stimolare l’economia e l’occupazione, sostenere il lavoro e il reddito. Tali misure comprendono l’estensione della protezione sociale, il sostegno per mantenere il lavoro e sgravi finanziari e fiscali, anche per le micro, piccole e medie imprese.

La risposta dei governi
Quasi tutti i governi si sono orientati alla promozione dello smartworking in seguito al blocco delle attività produttive non essenziali.
Tra i dati disponibili spicca una ricerca che mette in relazione i settori produttivi e la loro possibilità di lavorare a distanza. In questi dati, esposti dal prof. Paolo Surico, è possibile già cogliere degli aspetti rilevanti per quanto riguarda l’evoluzione della crisi e i possibili settori su cui investire.

Nelle Figure 2 e 3 vengono mostrati i diversi settori produttivi dove sono presenti anche un triangolino verde e un pallino blu. Il triangolino verde indica il numero in milioni di persone che sono impiegate in quel settore mentre il pallino indica la quota di persone che può lavorare a distanza, all’interno del mercato americano.


Le conclusioni evidenti sono che i settori manifatturieri, vendita di prodotti al dettaglio, costruzione, estrazione, installazione e riparazione, produzione, turismo, trasporti e molti altri hanno pochissime possibilità se non nessuna di portare avanti il loro lavoro a distanza. Considerando il rapporto dei lavoratori impiegati nei diversi settori e la quota che può lavorare a distanza si scopre che quasi in tutti i settori il 50% non può lavorare a distanza portando immediatamente la stessa quota alla disoccupazione o al sussidio statale.
Dall’atra parte si può notare gli impieghi che hanno una percentuale più alta di lavoratori a distanza sono quelli che hanno già un reddito medio più alto lasciando presagire che la crisi economica accentuerà il divario tra ricchi e poveri.

Si può concludere che sicuramente nel breve ci sarà una difficoltà occupazionale e di redditività delle aziende e delle famiglie ma anche un rafforzamento dei settori che maggiormente possono operare.
In questo scenario di riferimento, una delle filiere sulle quali puntare per contenere gli effetti nefasti dell’attuale crisi e accelerare la ripresa post-pandemia Covid-19, è la filiera agroalimentare composta da un mix di agricoltura, industria alimentare, logistica/trasporti e commercio all’ingrosso e al dettaglio dedicati. Una filiera considerata da sempre strategica e di primo piano del nostro Made in Italy in termini di Pil, imprese, occupazione e esportazioni.
Non solo, il rafforzamento della digitalizzazione pone ancora nuovamente in evidenza le risorse e le necessità di investire sul settore informatico e dell’automazione che certamente vedranno delle richieste di ammodernamento delle infrastrutture virtuali già in essere.
Infine non è possibile escludere, in particolare in Italia, che la crisi sanitaria possa portare a un ripensamento del ruolo della sanità pubblica, con tutto ciò che gli ruota attorno come la formazione, l’industria farmaceutica e la ricerca medica.
Resta da comprendere meglio le dinamiche di domanda-offerta globali per poter “leggere” le opportunità e le criticità che il prossimo futuro ci riserva.

31Mar

COME AFFRONTARE UN COLLOQUIO DI LAVORO VIA SKYPE

In questi ultimi anni la pratica del colloquio via Skype sta prendendo piede molto velocemente, soprattutto per gestire le fasi iniziali della selezione, ma non sempre si è adeguatamente preparati ad affrontare questa tipologia di colloquio.

 

Le ragioni dietro la scelta di un colloquio via Skype sono molteplici: innanzitutto non richiede uno spostamento fisico, né da parte del selezionatore né del lavoratore, il che favorisce un risparmio economico e di tempo per entrambi. Questo aspetto rende lo svolgimento di un colloquio più pratico e semplice da un lato, ma spesso ci si trova impreparati poiché si trascurano alcuni importanti aspetti, sottovalutando l’importanza del momento rispetto al percorso di selezione: il colloquio di lavoro via Skype è un vero e proprio colloquio e determinerà l’eventuale proseguimento nel percorso di selezione.

Bisogna essere pronti ad affrontare un colloquio via Skype nel modo giusto, al fine di evitare di non sentirsi a proprio agio e quindi trasmettere al selezionatore la propria inadeguatezza, penalizzando la propria presentazione. Per fortuna però l’appuntamento per il colloquio viene sempre fissato in anticipo, dando modo al candidato di prepararsi in maniera adeguata.

  • PREPARAZIONE

Al fine di svolgere il colloquio nel miglior modo possibile è fondamentale essere preparati con il giusto anticipo: se non si è già in possesso di un account Skype è sicuramente il momento di aprirne uno, scegliendo un nome professionale (per esempio nome.cognome) ed una immagine adeguata (magari quella del Curriculum vitae, stile fototessera). 

La fase di preparazione comprende anche un aspetto tecnico, bisogna assicurarsi di avere una connessione internet stabile ed efficiente e di essere in possesso di una webcam ed un microfono funzionanti. A tal fine si può eseguire qualche test, magari con l’aiuto di un familiare o di un amico, prendendo in considerazione l’ipotesi di utilizzare degli auricolari durante il colloquio, i quali permetteranno di isolarsi dai rumori ambientali e miglioreranno la qualità del suono.

La scelta dell’ambiente dove avverrà il colloquio non va lasciata al caso: è preferibile scegliere una sistemazione nello studio o nel salotto, scegliendo uno sfondo che si addica all’immagine che vogliamo trasmettere al selezionatore e assicurandosi di avere la giusta luce (non troppo forte, ma nemmeno troppo debole).

 

Come l’ambiente, anche l’aspetto e l’abbigliamento vanno curati con attenzione, la scelta migliore in questo caso è quella di prepararsi come se ci si stesse preparando per svolgere un colloquio dal vivo, scegliendo un abbigliamento adatto alla posizione per la quale ci si è candidati e curando il proprio aspetto in modo da risultare in ordine.

Infine non è da sottovalutare l’importanza di raccogliere informazioni sulla posizione per la quale ci si è candidati: questo è un passaggio essenziale per la preparazione a qualunque tipo colloquio poiché permette di sentirsi più sicuri e di lascia intendere al selezionatore che si è realmente interessati alla posizione aperta.

  • SVOLGIMENTO

Quando il momento del colloquio via Skype sta per avvicinarsi, è buona norma collegarsi a Skype con circa una decina di minuti di anticipo e accertarsi di essere pronti sotto tutti i punti di vista.

Innanzitutto bisogna assicurarsi di aver creato il giusto ambiente: cercare di avere intorno a sé il minor numero di distrazioni possibili in questo momento è fondamentale (mettere in modalità silenziosa il cellulare, assicurarsi di non essere disturbati, ecc.). Può essere utile avere a portata di mano il proprio Curriculum vitae ed eventuale portfolio o materiale aggiuntivo presentato al momento della candidatura; infine avere carta e penna a portata di mano potrebbe rivelarsi pratico nel caso in cui ci sia bisogno di prendere qualche appunto.

Durante la chiamata Skype è importante assumere una posizione composta, ma soprattutto è fondamentale mantenere sempre il contatto visivo con l’interlocutore e la totale attenzione nei suoi confronti, non lasciandosi distrarre da stimoli esterni alla chiamata. Anche in questo caso è bene mostrarsi naturali, come se si stesse svolgendo un colloquio di lavoro dal vivo. Infine anche durante il colloquio via Skype è possibile porre delle domande all’intervistatore, facendo attenzione ad avere il giusto rispetto per i tempi della conversazione.

  • CONCLUSIONE

Nella fase conclusiva del colloquio si può chiedere con discrezione un feedback al selezionatore riguardo le fasi successive e le tempistiche della selezione.

Per concludere è molto importante non risolvere troppo frettolosamente la chiamata e assicurarsi di aver ringraziato per il tempo concesso e di aver salutato l’interlocutore.

Dopo la conclusione della chiamata, soprattutto se si è alle prime armi con i colloqui via Skype, è buona pratica prendersi un paio di minuti per analizzare la propria performance e annotare eventuali accorgimenti per la prossima volta.

E ora… In bocca al lupo!

 

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